venerdì 26 ottobre 2007



Guardate questo video preso da youtube. L'ho scelto tra i vari che fanno vedere le immagini di quello che è successo qualche mese fa a Roma su via Tuscolana all'altezza di Numidio Quadrato: all'improvviso di sera sulla trafficatissima strada un tubo dell'acqua si rompe allagando buona parte della strada e bloccando automobilisti e pedoni. In strada si forma una folla da notte dei mondiali e centinaia di videofonini riprendono quello che succede. Questo è solo uno dei video che c'è su youtube, un video amatoriale ovviamente che un utente della rete ha girato e messo on line per far vedere a tutti quello che è successo. Un ottimo esempio quindi di global e local...perché la ricetta migliore è diffondere tramite il web qualche piccolo evento periferico che senza il web non sarebbe neanche definito evento.


Il Glocal è la possibilità che il web 2.0 ha dato ad ogni utente di internet. Paradossalmente la rete che nasce e diventa subito sinonimo della globalizzzare porta alla ribalta il locale perché tutte le informazioni locali possono diventare globali, proprio tramite internet. Senza il web 2.0 il giornalismo di quartiere sarebbe rimasto un giornalismo locale, di interesse solo per i lettori del quartiere. Oggi, invece, la possibilità per un giornale di quartiere di andare on line rappresenta un salto in avanti: maggiore diffusione delle informazioni locali, possibilità di avere lettori anche dall'altra parte del mondo, ma soprattutto possibilità di avere informazioni alternative. Inoltre il web 2.0 trasforma, chiunque abbia gli strumenti e li sappia padroneggiare in un possibile informatore. E a chi dice che il rischio del web 2.0 sia quello di incappare sempre più spesso in bufale e in finti giornalisti, si può rispondere che l'utente del web 2.0 è intelligente e sa riconoscere il falso.

sabato 13 ottobre 2007

un incubo che si chiama Ikea


Sono una studentessa fuori sede e, come tutti i fuori sede, prima dell'inizio dell'anno accademico ho un problema che si chiama CASA. Quest'anno però il problema casa non è stato "problema stanza da trovare in affitto" ma "stanza vuota da arredare". E allora si sa che per cercare di risparmiare qualcosa gli studenti le pensano tutte e io ho pensato di andare ad Ikea. Non l'avessi mai fatto. Ho ancora i brividi a pensarci. E pensare che ad Ikea c'ero già stata un sacco di volte, per guardare però! Arrivo alle 14...entro nel fantastico mondo di Casalandia, prendo matitina (più di una in realtà...due), foglietto e metro e guardo le camere..."ma che bel letto" o "ma c'è pure quell'altro! E quella lampada", "no...lo specchio così è troppo carino", " e poi ci vuole la libreria, la scrivania, la sedia per la scrivania". Guardo l'orologio e sono le 17 e 45. A questo punto devo disegnare la camera: per fortuna che ci sono i computer e io, che in disegno ho sempre avuto 5, m'improvviso architetto e arredatrice. Nel mio progetto il letto si regge in aria...aiuto...chiamo l'addetta al reparto. Mi aiuta lei, disegna la camera, aggiunge un pezzo di qua e uno di là, perché io ovviamente ho dimenticato qualche cosa e pare che il progettino della mia bellissima camera sia pronto. Ore 19: ho due fogli con due liste in mano. In uno c'è l'elenco dei pezzi da prendere al serf service (a cui arrivo dopo essermi persa varie volte nel labirinto Ikea) e in un altro l'elenco dei pezzi da rotirare in "consegna merci" dopo aver pagato in cassa. La cassa appunto. Quale delle tante? Scegliere la più veloce è un'impresa. Ore 19 e 15 inizio la fila. Ore 19 e 45 arriva il mio turno. Pago e dico addio a tutti i miei risparmi. Prendo il carrello carico di pacchi ed è così pesante che non riesco a trascinarlo. Mi aiuta un ragazzo di buon volontà. Vado alla "consegna merci" a quel punto (per prendere la merce che non si prende al serf service) e mi danno un numero: 204. Aiuto!!! Si fanno le 20 e 25 e ancora non mi hanno chiamato. Lo stomaco inizia a brontolare. Alle 20 e 45 mi chiamano e mi consegnano altri due carrelli. A quel punto capisco che la mia povera macchina non ce la farà mai a trasportare tutto a casa. Faccio la "sosta carrello": un po' di roba la porto a casa e un po' torno il giorno dopo a riprenderla. Finale della storia: ancora sto montando la camera e quel che è peggio...mi avanza sempre qualcosa, due viti, tre chiodi, una mensola. E la notte sogno di perdermi nel "labirinto Ikea" con una poltrona animata che mi segue per schiacciarmi. Vorrei solo chiederle chi l'ha montata così bene!

primo giornata da blogger

Buongiorno...sabato mattina, ore 9 e 30 circa, aula informatica della Lumsa di Roma. Io che tento di capire come si fa un blog...e, soprattutto, io che mi chiedo "Ma cosa ci scrivo in questo blog?". Ah...una cosa da scrivere per ora ce l'ho: BUON COMPLEANNO ELE!